Potrebbero esserci anche vittime Primierotte e Trentine
nella rete della maxi-truffa online svelata mercoledì sera dalla trasmissione
di Italia1 “Le Iene” ? Lo si scoprirà nei prossimi giorni, perchè
qualcuno dei telespettatori ieri sera ha riconosciuto fra gli artefici della
truffa una ragazza 27 enne di Primiero di nome Paola.
L’inchiesta, firmata dal giornalista Luigi Pelazza, ricostruisce un sistema strutturato su due call center che telefonano alle vittime spacciandosi per Fininvest o per società finanziarie accreditate con un solo obiettivo: guadagnarsi la fiducia degli utenti per poi trasferirli ai presunti “consulenti finanziari”, incaricati di indurli a investire somme sempre più ingenti in piattaforme fasulle, fino a svuotarne i conti. Si parla di milioni di euro complessivi finiti nelle mani dell’organizzazione.
Una delle vittime intervistate ha dichiarato : "Ero convinta di essere in contatto con professionisti seri; in realtà, era tutta una facciata." Le sue parole evidenziano la manipolazione psicologica subita dalle vittime, spingendole a credere in una realtà che si è rivelata opposta e truffaldina.
In un altro momento significativo del servizio, una donna vittima ha continuato: "Ogni volta che mi chiamavano, la loro voce sembrava convincente; ora mi rendo conto di quanto sia stato difficile uscire da quel circolo vizioso." Queste dichiarazioni chiariscono il meccanismo di fiducia manipolato dagli attori telefonici della truffa.
Durante le verifiche, Pelazza arriva fino a Bolzano, dove rintraccia un uomo truffato a sua insaputa. Poco dopo riesce a incontrare un ex consulente dell’organizzazione, pentito, che racconta nomi, ruoli, dinamiche e profitti: decine di migliaia di euro al mese per chi stava ai livelli alti della catena. È lui a consegnare al giornalista il numero di telefono della donna. “Paola è una maga a truffare gli anziani”, rivela davanti alle telecamere e quella Paola è la ragazza di Primiero che lui ha conosciuto qualche anno fa quando, prima di pentirsi, metteva in atto le sue truffe telefoniche. Secondo quanto emerge dal servizio, la società legata alla truffa avrebbe sede per il 90% a Cipro, pur essendo gestita in larga parte da italiani.
La parte più delicata dell’inchiesta si svolge a Pafos, nell’isola di Cipro, dove Pelazza si finge uno dei consulenti della rete di truffa e incontra la nostra protagonista Paola accompagnata da un uomo straniero, probabilmente il suo compagno, evidentemente entrambe ignari dell’identità del giornalista che si è presentato come un consulente “in cerca di contatti da vendere”, Pelazza le propone un pacchetto di duecento leads ovvero nomi di persone economicamente fragili, considerate facilmente raggirabili.
L’operazione simulata avrebbe un valore enorme: anche solo 30 di quei nominativi, spiega Pelazza, potrebbero fruttare complessivamente oltre un milione e mezzo di euro, calcolando che ogni vittima può arrivare a perdere 40–50 mila euro.
Durante l’incontro in un bar di Limassol, la nostra concittadina sembra a suo agio ed è pronta a discutere dettagliatamente le dinamiche della truffa. Pelazza finge qualche dubbio di natura etica per testare la loro reazione: “È povera gente… alcuni sono anziani, fanno prestiti, c’è perfino uno che ha il cancro”. La risposta della donna è agghiacciante: prima un sorriso, poi una frase che nel servizio viene riportata integralmente e che sintetizza la totale assenza di scrupoli dell’organizzazione: “Noi non abbiamo cuore”. Questa dichiarazione mette in luce la sua indifferenza verso le conseguenze delle sue azioni sulle vittime.
Il reportage si chiude ricordando che i presunti “burattinai” della truffa — coloro che, secondo la ricostruzione, avrebbero intascato milioni — operano in ambienti vicini alla criminalità internazionale. Parole ciniche accompagnate da un sorrisetto, quelle di Paola che lasciano, chi ha visto il servizio, increduli e sgomenti, riflettendo sull’assenza di empatia ogni qual volta è in gioco il profitto. Le immagini televisive hanno evidenziato anche la gravidanza della donna, situazione che ha scoraggiato Pelazza a uscire allo scoperto durante l’incontro con la coppia.
Il servizio delle Iene ha sconvolto i telespettatori di Primiero perché se davvero la Paola che molti conoscono, quella che ride mentre si parla di truffare anziani, malati, persone che accedono a prestiti pur di inseguire una speranza fasulla, la domanda diventa inevitabile. Come può una ragazza cresciuta nella nostra valle dove ci si conosce per nome, dove la solidarietà non è retorica ma quotidianità, arrivare a un cinismo così brutale ? L’inchiesta giornalistica non si fermerà a questo primo servizio e la vicenda assume contorni inquietanti, ma rimane un altro dubbio, ci saranno fra i truffati anche persone della Valle che in buona fede hanno dato fiducia alla Paola ?Oppure lei, consapevole della truffa ha evitato di contattare e truffare persone della zona dove ha vissuto fino a qualche anno fa. Per gli increduli si tratta di un macchinazione messa in atto da una trasmissione televisiva, ma saranno le testimonianze e le denunce che le Iene stanno raccogliendo a definire le responsabilità della Paola valligiana, in attesa che qualche Procura in Italia apra un’inchiesta giudiziaria.
E’ possibile vedere il servizio delle Iene all’indirizzo: dal minuto 15,40 del video
https://www.iene.mediaset.it/video/pelazza-attenzione-a-questa-truffa-telefonica_1423258.shtml