Tre Assemblee Straordinarie dei soci delle Famiglie
Cooperative di Primiero, Mezzano e Imèr-Vanoi non hanno approvato il progetto
di incorporazione proposto dai rispettivi Consigli di Amministrazione. Dopo le
relazioni di presentazione del progetto dei rispettivi Presidenti in cui sono
stati presentati in prospettiva i vantaggi ma anche le criticità e i problemi
comuni delle rispettive gestioni, sono stati raffrontati i dati dei bilanci
degli ultimi anni e quelli al 31 dicembre 2024.
Scarsa la presenza di soci all’assemblea di Primiero erano presenti solo 106: esito 57+13 deleghe per il no, 2 astenuti; a Mezzano su 162 voti espressi, 71 i favorevoli e 84 i contrari e 7 astensioni, per Imer e Vanoi sul 148 presenti comprese le deleghe i contrari sono stati 44. Nessuna delle tre assemblee ha raggiunto il quorum dei ¾ dei voti per approvare il progetto di incorporazione.
Fra i diversi argomenti rilevati ed espressi dai soci: il debito residuo della Coop di Primiero dovuto al palazzo di Viale Piave, la mancata rivalutazione del patrimonio immobiliare per Imer Vanoi e per Mezzano se rapportato con Primiero che lo ha stimato a valore attuale, mentre le altre due hanno a bilancio valori non aggiornati. Altra contestazione emersa a Canal San Bovo la governance che prevede per 6 anni (2 mandati) il riparto degli amministratori con 3 rappresentanti ciascuno, dal settimo anno sono garantiti un amministratore per Mezzano e uno per Imèr Vanoi, uno per i punti vendita oltre il Passo Cereda e l’estensione da 7 a 9 consiglieri la cui maggioranza sarà allora determinata solo da Primiero. Altro rilievo la mancata presentazione di un piano industriale che indichi quali progetti futuri la nuova Cooperativa intende mettere in atto. Ma rimane un fondo di amarezza che tutte e tre le Assemblee non abbiano approvato la proposta, forse è non stata presentata nei mesi scorsi in modo esaustivo, ben poche informazioni forniva il volantino giunto ai soci con la convocazione. Scarse le notizie passate tramite la stampa locale o alla radio e i soci hanno risentito della mancata corretta informazione.
Una fusione cosi importante doveva essere discussa e approfondita non certo in piena estate ma maturata nei mesi autunnali. C’è da sperare che i tre consigli di amministrazione non si sentano sfiduciati dai soci e mettano in atto nel giro di 2 anni una proposta di fusione più bilanciata e informata che certamente i soci approveranno, lo richiedono i tempi e il mercato.