
La ricchezza delle economie domestiche di tutto il pianeta è
in aumento, nonostante il difficile quadro congiunturale mondiale: a metà 2014 i patrimoni globali ammontavano a 263
bilioni (263'000 miliardi) di dollari, con una progressione dell'8,3% rispetto
a dodici mesi prima.Il valore pro capite è di 56'000 dollari, il massimo mai
registrato, rileva oggi lo studio "Global Wealth Report" pubblicato
da Credit Suisse. Rispetto al 2013 vi è stato un incremento di 3450 dollari,
ciò che rappresenta il più forte aumento dallo scoppio della crisi
finanziaria.Per quanto riguarda i singoli paesi i più ricchi rimangono gli
abitanti della Svizzera, con un patrimonio medio di 581'000 dollari per ciascun
adulto (+10,5%). Seguono Australia (431'000), Norvegia (359'000), Usa
(348'000), Svezia (333'000), Francia (317'000), Belgio (301'000), Danimarca
(293'000), Gran Bretagna (293'000) e Singapore (290'000).Dal 2000 il valore
medio elvetico è più che raddoppiato: un'evoluzione che va però in gran parte
attribuita all'effetto del rafforzamento del franco nei confronti del dollaro,
spiegano gli economisti di Credit Suisse in un comunicato odierno. Espressi
nella valuta elvetica i patrimoni sono calati nel 2001 e nel 2002, per poi
salire in modo lieve ma costante, prima che il trend fosse interrotto dalla
crisi finanziaria. Altro punto interessante: fra i dieci paesi di cui sono
disponibili dati di lungo periodo la Svizzera è l'unico in cui negli ultimi
cento anni non è praticamente diminuita la disparità nella distribuzione della
ricchezza. Questo è il motivo per cui la Confederazione mostra tuttora il più
grande squilibrio in questo campo fra tutte le nazioni industrializzate. E ciò
spiega anche il fatto che fra i più agiati del pianeta si trovano molti
svizzeri: se si considera la quota dell'1% più benestante del mondo, l'1,7%
risiede nella repubblica alpina. Un valore che gli esperti di Credit Suisse
ritengono "notevole", considerato che i 26 cantoni ospitano solo lo
0,1% della popolazione della Terra.Tornando al dato globale, fra il 2013 e il
2014 la progressione è stata forte soprattutto in Nordamerica ed Europa
(entrambi +11%), mentre a causa dei prezzi più bassi dei valori patrimoniali e
della pressione sui cambi è stata meno marcata nei paesi emergenti. L'Africa
segna +6%, l'Asia +3% (con Cina a +3,5% e India a -1%) e l'America latina
-0,1%.Stando all'analisi - che tiene conto di 4,7 miliardi di persone in oltre 200
paesi, dai più ricchi ai più poveri, cosa che in altri studi spesso non
avviene, sottolinea Credit Suisse - sul pianeta vivono quasi 35 milioni di milionari:
il loro numero è cresciuto del 164% dal 2000.I superricchi - Ultra High Net
Worth Individuals (UHNWI), vale a dire coloro che dispongono di oltre 50
milioni di dollari - sono 128'000: all'inizio del millennio erano solo 41'000.
Gli UHNWI risiedono di preferenza in Nordamerica (51%), Europa (24%) e Asia
(20%). Da notare che in Cina attualmente vivono tanti superricchi (7631) quanti
ve n'erano in tutta l'Europa nel 2001. In Svizzera della stessa categoria fanno
parte 2434 persone. In forte crescita a livello planetario risulta anche il
numero di quelli che si potrebbe chiamare "ultra superricchi": per
far parte di questo club occorre disporre di almeno mezzo miliardo di dollari,
una condizione oggi soddisfatta da 4300 persone, contro le 1200 dell'anno 2000.
Secondo Credit Suisse nei prossimi cinque anni il patrimonio delle economie
domestiche aumenterà a livello nominale
del 40%, per raggiungere 369 bilioni di dollari. Il numero di milionari salirà di 18 milioni a oltre 53 milioni. Cifre da
capogiro, se si pensa che nella sola Cina nel 2019 vivranno oltre 2 milioni di
milionari. I dati rivelano da una parte l'aumento delle disparità a livello
globale tra ricchi, super ricchi e poveri, mentre l'Italia non compare tra i
paesi più floridi anche in termini di patrimonio pro capite e non solo di
reddito.