23 Aprile
Come afferma Antonio Ziger in "Primiero e la sua storia":
"il primo paese fondato nelle nostre zone è stato Imer.
La sua antichità troverebbe conferma nel ritrovamento fatto nel 1964 durante dei lavori di sterro.
Si trattava di una tomba di più persone, nella quale accanto a numerose ossa, vennero trovati parecchi oggetti: una croce in rame, un paio d'orecchini in argento finemente lavorato ed una ventina di perle in ceramica, ricoperte da uno smalto vitreo variamente colorato.
Si trattava di una tomba longobarda risalente al sesto secolo.
Gli altri centri abitati si vennero formando più tardi nelle località più adatte e meno esposte al pericolo di inondazioni; e si considerarono però sempre come parte della comunità generale rappresentata dal nome unico di Primiero.
Tutti i toponimi seriori hanno una caratteristica comune cioè l'accentuazione sull'ultima sillaba, e dimostrano così la loro derivazione da un'unica popolazione vicinale congiunta da stretti vincoli di origine comune.
23 Aprile
Una tabella di legno conservata nella sacrestia della parrocchiale di Mezzano, ricorda che la solennità di San Giorgio, a cui è dedicata ala parrocchiale, sia fissata alla domenica più prossima alla sua festa.
"Ad perpetuam rei memoriam, noi andrea benedetto ganassoni per grazia di Dio e della sede apostolica vescovo di Feltre e conte... Ordiniamo che la festa di San Giorgio martire, titolare di questa chiesa, sia trasferita nella più prossima domenica, concedendosi inoltre per detta domenica a quelli che devotamente questa medesima chiesa visiteranno 40 giorni di indulgenza in forma ecclesiae cunsueta..."
23 Aprile
È dedicata a San Giorgio martire, la chiesa di Mezzano, risalente al 1518, riedificata nel 1600, e quindi nel 1670, consacrata nel 1782.
23 Aprile
"Dopo i disastrosi sconvolgimenti alluvionali, dei secoli scorsi, non mancarono delle persone che, dalle nostre zone, dovettero d'improvviso decidersi a spingersi verso la vicina e fertile pianura veneta per elemosinare un tozzo di pane o un piatto di minestra, offrendo in cambio qualche servigio di qualunque lavoro manuale.
Forse nel trevigiano risale a quest'epoca la nascita del soprannome, divenuto in seguito cognome, di "Catapan". Il contratto di lavoro per questi emigranti, né qualificati, né in buone condizioni fisiche, non era altro che il rapporto umano della carità cristiana.
Purtroppo qualcuno, misero si, ma più accorto e splendido attore, intuì che questa forma di accattonaggio si sarebbe prestata, dato lo sfondo di tragiche sventure subite, ad una presentazione scenica e, tirando in ballo i sentimenti religiosi, cominciò col mettere in mostra immagini della Madonna o di qualche santo invocandole con preghiere, storie, canti, lamentazioni.
Alla fine della giornata queste scenetette fruttavano anche dei bei soldi.
Ne approfittò quindi penetrando nei paesi limitrofi come l'Italia settentrionale, la Svizzera, la Balcania e le regioni austriache confinanti, cioè "fora par i todeschi" come si diceva, tornando a casa, sia pure dopo lunghi ed estenuanti itinerari, con un piccolo ma prezioso gruzzolo.
Di solito partivano in due, o coniugi od amici, uno annunciava le disgrazie subite e ogni tanto suonava l'organino a manovella, un minuscolo carillon; l'altro pregava "slambrottando" frasi in dialetto, a volte perfino umoristiche o irriverenti, tanto la lingua era diversa e nessuno capiva qualcosa.
Ambedue poi raccoglievano le offerte.
All'aiutante, come detto, spettava il compito di portare il quadro della Madonna col suo cavalletto per sistemarlo e quant'altro serviva personalmente ai due peregrinanti.
Logicamente doveva recitare insieme le orazioni e le narrazioni, imparate a memoria, che dovevano commuovere i presenti.
Alla fine della ceriminia raccoglieva le offerte col cappello in mano.
Così da una via all'altra, da una piazzuola all'altra, di casolare moda professione rimase ristretta a pochi elementi, soprattutto perché bisognava non avere scrupoli ed essere veramente ottimi attori". Da "a la matina all'alba", Corrado Trotter.
23 Aprile 1367
Negli statuti del 1367, era meticolosamente fissato il salario del podestà di Primiero:
"stabiliamo e ordiniamo che il potestà o rettore...abbia e debba avere, o ricevere dal comune di Primiero 200 libbre all'anno come suo salario e per la manutenzione di Castel pietra; e che il salario sia pagato il giorno di San Giorgio in aprile; e che gli siano inoltre dovuti 100 buoni chiari di legno che devono essere consegnati dagli uomini di Primiero a Campestrino, presso Castel pietra.