13 Novembre
Le alluvioni nel tempoMolte sono le alluvioni che nei secoli hanno flagellato la nostra valle. Le alluvioni hanno da sempre segnato la conformazione dei corsi d’acqua, delle campagne, dei pendii condizionando profondamente la nostra economia.
Anno 1114 o 1117 Gli storici concordano nel far risalire a questi anni la distruzione di Piubago a causa del terremoto e del Rio Lazer.
Anno 1330 Una piena del Cismon devastò la boscaglia che si era formata sulla sponda destra nella zona bassa, travolgendo nella sua corrente numerose vittime.
Anno 1493 L’alluvione distrusse tutti i ponti, tra cui quello vitale di San Silvestro e la maggior parte delle strade attraverso le quali si trasportavano i viveri.
Anno 1564 e 1567 Le alluvioni di questo periodo sono descritte da storici feltrini. “Il Cismon, le cui acque occupavano lo spazio da un montagna all’altra, pareva un mare e trascinava con se alberi ed atterrava edifici”.
Anno 1728 In una relazione del capitano Ferdinando Leporini si legge di un’orribile inondazione che ha allagato Fiera portando via ponti e strade.
Anno 1748 Ad essere colpita duramente quest’anno è la valle del Vanoi dove una frana enorme fa strage di case seppellendo 72 vittime. Nel Primiero l’inondazione distrugge gran parte delle officine di ferro e rame di Tonadico.
Anno 1785 Il notaio Celso Trotter scrive “Venne un tempo così terribile di lampi, tuoni e pioggia così grande che credevamo andar tutti in aria”. I danni furono ingenti.
Anno 1823 La desolazione provocata dall’alluvione era tanto grande che Luigi Sartori scrisse che “strada facendo trovai gente che mi disse non esservi più alcun riparo che quello di implorare l’assistenza di Dio”. Anno 1825 Una quantità enorme di sassi, ghiaia e melma precipitò dalla valle del Rebrut fermando il corso del Vanoi e dando origine la Lago Nuovo.
Anno 1826 Lo sbarramento del Lago Nuovo è molto instabile e in una rottura della soglia vennero distrutte le frazioni di Ponte e Remesori, con 52 persone perite. Anno 1829 Ancora protagonista il Vanoi. La diga naturale del lago cedette e il 20 settembre la Chiesa di Canale spariva assieme al cimitero e la parte più bassa del paese. I canalini riuscirono a portare in salvo solo l’altare maggiore e l’organo del Callido con alcune preziose suppellettili.
Anno 1882 È ricordato come “l’an della brentana”. Gli effetti di questa alluvione furono gravissimi; la strada da Fiera a Pontet fu completamente rovinata, le campagne coperte di ghiaia e di grandi massi, la valle fu sconvolta per le frane staccatesi dai pendii laterali. Danni ancor maggiori nel Vanoi, dove a Caoria si forma un piccolo lago che si riversa nel Lago Nuovo, scalzandone definitivamente lo sbarramento.
Anni 1885 e 1889 Come tutte le altre anche queste alluvioni furono disastrose. Don Cornelio Molignoni nella sua relazione ci informa che il cimitero di Caoria venne asportato e si vedevano galleggiare sulle acque parecchie casse mortuarie.