29 Gennaio 1823
Nasce a Tonadico il pittore Leonardo Campochiesa Feldkircher.
Rimasto orfano emigrò nel Veneto, ben presto dimostrò la sua inclinazione all'arte e con grossi sacrifici riuscì ad iscriversi alla scuola di disegno di Feltre, apprese pittura e storia dell'arte nel collegio di Don Mazza a Verona, poi si trasferì a Vicenza, seguì per qualche tempo una compagnia di burattinai per i quali disegnava gli scenari e divenne anche un discreto prestigiatore.
Studiò latino ricambiando le lezioni con ottimi ritratti degli insegnanti, per il ritratto infatti aveva un dono particolare.
Il lungo elenco delle sue opere ne conta circa 300 in tela a colori, oltre 30 in cartone a chiaroscuro, molti a matita.
Lavorò come pittore ritrattista anche in Valsugana, a Rovereto, a Trento.
Si dedicò anche ai soggetti sacri, dipinse più di sessanta pale d'altare, ricordiamo il "Battesimo di Gesù" per la chiesa di San Martino a Fiera, la pala per la chiesa di Barco in Valsugana, la crocifissione nella chiesa di Mezzano e un San Sebastiano sulla facciata della chiesa di Tonadico.
Si occupò anche di restauro di antichi dipinti sia privati che pubblici.
Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Trento dove mori il 28 aprile 1906. (la sua salma riposa in quel cimitero)
29 Gennaio 1861
Nasce a Mezzano Francesco Facin da Domenico e Benvenuta Taufer, maestro, benemerito educatore in Istria, cavaliere della corona d'Italia.
Conseguito il diploma magistrale, dal 1880 al 1889, insegnò alle scuole di Imer.
Ma il periodo più impegnativo del suo lavoro iniziò nel 1892 quando fu destinato alle scuole della Lega Nazionale di un piccolo paesino dell'Istria: Santa Domenica di Visinada.
Tra i 750 abitanti pochissimi sapevano leggere e scrivere.
Armato di buona volontà e coraggio svolse doppia attività: il mattino si dedicò all'educazione dei bambini e la sera all'istruzione dei giovani e degli adulti, accollandosi anche le spese di illuminazione delle stanze dove si svolgevano le lezioni.
Il coraggioso giovane maestro comunque non si scoraggiò di fronte alle difficoltà tanto che nel giro di pochi anni l'intera popolazione sapeva leggere e scrivere.
Francesco Facin promosse e curò personalmente dei corsi di giardinaggio, ricamo, recitazione ed educazione musicale.
Quest'ultimo fu seguito con tale interesse e profitto da favorire la costituzione di una società filarmonica alla quale aderirono ben 150 elementi.
Nel 1922 venne nominato cavaliere della corona d'Italia da re Vittorio Emanuele III e nel 1926 ricevette la medaglia d'oro di benemerenza dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Gli avvenimenti del primo dopoguerra e il mutare della scena politica da lui contrastati lo indussero a lasciare il paese Istriano e a trasferirsi a Castellier e successivamente a Villanova di Parenzo.
Nel 1935 ritornò definitivamente ad Imer trascorrendo le sue giornate dedicandosi ad una sua grande passione: la pittura.
Ancora oggi ad Imer si può ammirare l'interno di una casa di abitazione interamente affrescata dal Facin, addirittura i mobili, armadi, letti, tutt'ora conservati, erano stati uno per uno dipinti dall'abile maestro.
Mantenne vivo il suo interesse per la musica insegnandola anche ai bambini della locale scuola materna, e con umiltà e passione si dedicò alla cura del camposanto di Imer.
Inoltre formò una filodrammatica composta da gente del luogo, che diresse per vari anni. è ricordato come un uomo dallo spiccato senso dell'umorismo, gioviale, ironico e disponibile.
Morì il primo dicembre 1944. Domenica 24 settembre 1978 un centinaio di suoi ex alunni provenienti dall'Istria ad Imer hanno celebrato una S. Messa in ricordo dell'indimenticabile maestro e deposto sulla sua tomba una corona di alloro .