26 Aprile 1640
Da "A la matina all'alba", di Corrado Trotter.
"Nel 1640 la popolazione delle nostre Valli era di 3671 abitanti, da documenti di allora ed anche precedenti, si può rilevare quanto frequenti fossero le liti per questioni di limitazioni di pascoli, di sconfinamenti di bestiame, nonché severe e numerose le regole di "vicinia" per il godimento di benefici soprattutto foraggeri.
Sono questi sicuri sintomi di un già latente, per non dire esistente, squilibrio demografico - economico come del resto avveniva in altre vallate trentine.
Questa sperperazione di risorse era dovuta alla superficie agraria coltivabile troppo esigua e per giunta coltivata con sistemi antiquati e poco produttivi, per cui il pascolo, in un'economia basata esclusivamente su redditi agrari, diventò pericoloso elemento vitale su cui tutti volevano mettere le mani.
Nel 1723, e cioè 83 anni dopo, la popolazione del Primiero era di 6800 abitanti, pressoché quasi raddoppiata.
Si può immaginare la "fame di terra" dei nostri antenati di allora che cercarono di ridurre, per quanto possibile, il suolo improduttivo.
E non parliamo degli sconvolgimenti e danni disastrosi che apportarono le periodiche e piuttosto numerose fiumane, proprio nel cuore della campagna dei fondovalle.
Forse allora ebbero origine quelle brevi migrazioni stagionali, sempre più numerose, verso la pianura veneta in qualità di legnaiuoli e di falciatori, con lo scopo, più che di portare qualche soldo, di diminuire il numero delle bocche da sfamare.
Sicché bastò che gli insediamenti delle nostre Valli si sviluppassero, e in breve tempo, date le famiglie numerose, si manifestò la necessità di periodiche e temporanee fughe, dovute alla disperata ricerca ed alla speranza di procurarsi altrove una possibilità di sopravvivenza".