19 Giugno 1971
Grazie ad un giovane pescatore di San Martino di Castrozza, Gian Luigi Secco, si scoprì che la storia di Primiero non iniziò con i romani come sostenevano alcuni studiosi e nemmeno con la solita storiella dell'invasione di Attila di fronte al quale gli abitanti del Veneto erano fuggiti chi verso l'adriatico, chi verso le montagne.
La storia di Primiero inizia con la preistoria.
A scoprire ciò fu lo zio di Gian Luigi Secco, noto ricercatore di minerali, di funghi e quant'altro la montagna può offrire.
Una pietra trovata dal nipote sulle sponde del lago maggiore lo incuriosì per la forma ed il colore.
Scartata l'ipotesi che quella pietra fosse stata smarrita da qualche studioso un'idea più fantasiosa si fece strada.
Pensare che ci fossero uomini preistorici ad una quota tanto alta come i Laghi di Colbricon e cioè a 1927m era da alienati mentali, ma Luigi Secco non si scoraggiò. La caparbietà venne premiata sul sentiero vicino al piccolo rifugio quando scorse una selce: era la prima di 57 ,la scoperta era fatta.
I primi turisti della Valle sono stati i cacciatori mesolitici di circa 6000 anni Avanti Cristo.
I giornalisti pubblicano con grande rilievo la notizia del più alto insediamento umano d'Europa.
Gli accampamenti del Colbricon vengono a mano a mano individuati, le cosiddette officine litiche vengono scoperte sia vicino ai due laghi, sia più distante verso la Cavallazza, finchè se ne scoprono otto.
Mossi dalla necessità di sopravvivenza, i cacciatori dell'epoca mesolitica si spinsero in quella post glaciale quando il clima si mutò da rigido a temperato a caccia della fauna artica, fauna che lentamente si spingeva al nord.