8 Agosto
In passato qualche artigiano che aveva molto lavoro cercò di industriarsi moltiplicando la sua lente e faticosa produzione con l'ausilio di qualche macchina.
Nacque così il periodo del trapasso dalla semplice bottega primitiva dell'artiere all'officina o laboratorio che dir si voglia, attrezzato all'uopo.
Logicamente queste iniziative, questi primitivi tentativi industriali,sorsero col mezzo delle roste, cioè rogge, si poté procurare la forza motrice dell'acqua, l'unica praticata fino ai primi decenni di questo secolo, dove già esistevano qualche mulino o qualche segheria fin da tempi antichi.
La vera zona industriale di Primiero, se così la vogliamo chiamare, fu quella che sorse all'Isola di Transacqua, denominata appunto Isola perché era costituita da quella fetta di terreno limitata a ovest dal torrente Canali, prima del ponte ,e quindi dal Cismon, e ad oriente dalle due rogge, quella grande e quella piccola, che rubavano l'acqua al Canali ancora a monte della località Tre ponti e la riversavano nel Cismon in località Fossi.
Lungo queste due rogge fin dal passato molto lontano in località Fol sorsero due mulini, una segheria tipo veneziana, una bottega di pinteri cioè costruttori di botti, barili, secchi, mastelli , ecc, una falegnameria nonché la famosa filanda della lana nota in tutta la Valle, dove si pettinava, si tesseva, si tingeva e si cardava il pannolana portato dai tessitori disseminati in tutti i paesi della Valle.
Arrivati in località Forno, nome derivato dagli altiforni e dalle fucine della ferrarezza che esistevano all'epoca mineraria, dove l'acqua era indispensabile per la lavorazione siderurgica, ancora prima del 1915 sorse uno stabilimento bagni con la piscina ed alcune cabine comode sia pur di legno, fornite di vasca ad acqua calda.
Per condurre l'acqua alla caldaia era stata ingegnosamente istallata una ruota a cassetti che funzionava con i pesi dell'acqua in essi contenuta.
C'era inoltre un'officina nella casa del signor Attilio Guadagnini per tanti anni sindaco di Transacqua.
Proseguendo si trovava il mulino di Lorenzo Gubert trasferitosi poi alla staleta di Mezzano; ed ancora una fabbrica di cappelli di paglia ed una conceria.
Esistevano quindi tre fucine di fabbro ferraio e una di magnano che costruiva utensili minuti tra cui chiavi, serrature, maniglie, chiodi comuni e chiodi a borchia cioè le cosiddette brocche tanto usate per le dalmede, le tipiche calzature che indossavano quasi tutti i nostri antenati.
Non mancava di certo il maniscalco, seguito da un altro mulino, da due falegnamerie e quasi alla fine della roggia, c'era la segheria del comune con il suo magazzino.
Le rogge furono eliminate verso il 1962 perché ormai servivano a ben poco, quasi tutte le attività che se ne erano servite per qualche secolo, avevano chiuso i battenti e quelle poche che ancora esistevano, utilizzando ormai l'elettricità come forza motrice.
8 Agosto 1982
Alla presenza del consiglio comunale al completo e delle autorità comunali e comprensoriali, l'8 agosto 1982 viene inaugurato il nuovo rifugio forestale "Vale delle Moneghe". L'opera fu ideata dall'allora custode forestale, e realizzata e dagli operai e tecnici dell'ispettorato distrettuale delle foreste di Primiero.