5 Novembre 1966
Primiero venne sconvolta dalla più grande alluvione di questo secolo e i suoi abitanti ricorderanno a lungo questo terribile giorno.
Ecco la cronaca di quei giorni: il 4 novembre fu precededuto da una consistente nevicata sulle montagne che sovrastano la nostra Valle.
A Passo Rolle la neve superò il mezzo metro e una pioggia insistente cadde nel fondovalle nelle giornate 3 e 4 novembre in tale quantita da superare la media annua della piovosità in Valle.
Quel memorabile venerdì 4 novembre, la neve, la pioggia, un forte vento di scirocco provocarono il disastro.
La storia dell'alluvione si condensa in circa 8 ore dalle 12 alle 20 del 4 novembre.
Otto ore tremende che hanno sconvolto tutti i paesi della Valle, provocando lutti e danni materiali incalcolabili, con lo scatenarsi delle sue forze la natura fà capiure all'uomo la precarietà della sua natura.
Questa la cronaca del paese di Imer già il mattino del 4 i vigili del fuoco erano in allarme per l'ingrossarsi del Cismon sopratutto al ponte delle Pezze, punto di confluenza del torrente Noana con il Cismon.
Verso mezzogiorno anche il rivo San Pietro e gli altri rivi che attraversano il paese si erano ingrossati a dismisura portando a valle anormi quantita d'acqua e materiale.
Le case vicine ai rivi furono sgomberate e le persone si rifugiarono nell'edificio delle scuole elementari o nella chiesa.
Le campane suonavano a martello, finchè tacquero per mancanza di energia elettrica.
Alle 16 ad Imer si combatteva su due fronti: contro l'impeto dei rivi e delle frane che scendevano dal Bedolè e contro la furia del Cismon che trascinati i margini che invadeva le Giare e raggiungendo la parte bassa del paese mettendo in pericolo le case.
Verso le 18 le case di Fortunato Collesel e Luigi e Federico Bettega furono demolite dalla furia devastatrice del rivo Rizol.
Fù nel tentativo di raggiungere l'edificio delle scuole per portare in salvo delle persone che trovò la morte Francesco Boninsegna.
Quando casa Collesel posta al bivio per Passo Gobbera scoppio per l'urto dell'acqua il Boninsegna venne colpito da una trave e trascinato dall' acqua per circa cento metri.
Il suo corpo venne ritrovato la mattina dopo.
Ai masi il Cismon e le frane che scendevano dal Pecolet distrussero la troticoltura, fienili colture e danneggiò alcune case.
Verso le 20 la pioggia e li vento cessarono nel cielo percorso da neri nuvoloni apparvero le stelle ma la notte fu ancora piena di terrore.
Molte famiglie si rifugiarono nella chiesa ,nella scuola materna e in alcune case ritenute sicure.
Il 6 novembre dopo una riunione della giunta comunale partirono con dei messaggi alle autorità: Sergio Tomas e Ruggero Brandstetter che dopo aver superato il Passo Gobbera raggiunsero a Lamon dove trovarono una pattuglia della polizia stradale che trasmise il messaggio del sindaco di Imer Nicolao alla prefettura di Belluno e da questa al commisariato del governo di Trento.
Erano le prime notizie che uscivano dalle nostre valli rimaste isolate, senza energia elettrica, senza telefono, senza acqua potabile senza vie di comunicazione.
La cronaca del paese di Mezzanolo stato di allarme iniziò il mattino sulle sponde del Cismon dove i vigili del fuoco trascinarono degli alberi a difesa degli argini.
Malgrado gli sforzi alle 16 l'acqua ruppe l'argine verso il paese con una falla di circa 200 metri invadendo la piana e la parte bassa del paese e portando via la casa di Tullia Orsingher.
Molti abitanti di Mezzano bassa cercarono rifugio in abitazioni nella parte alta del paese ma anche qui qualche ora dopo il pericolo divenne ancora maggiore.
I rivi che scendevano dal Bedolè ma sopratutto la Val di Stona che oltre all'acqua iniziò a scaricare a valle la "lava fredda" una melma mista a sassi che penetrò ovunque invadendo strade, case, stalle, seminando il terrore fra gli abitanti e costringendoli a cercare nuovo scampo.
La mattina del 5 novembre Mezzano presentò una vera desolazione: più di 50 case erano state investite dal fango.
Il cimitero, la chiesa furono invase dalla melma, molte le automobili imprigionate e distrutte.
Per alcuni giorni dopo il 4 novembre il fango continuò a scendere dal conoide della Val di Stona procurando non poche preoccupazioni al paese di Mezzano.
La Cronaca di Fiera, Siror, Tonadico e Transacqua nei 4 paesi le prime avvisaglie dell'alluvione iniziarono il mattino del 4 novembre subito dopo la Messa celebrata nell'arcipretale a suffragio dei caduti.
Un primo allarme ci fu alle 9.30 quando il rivo che scende dalle guastaie per il Melas allagava il bar Pieve.
Poco dopo con una pioggia sempre piu battente la sirena chiamava a raccolta i vigili del fuoco verso la località Sasson e le segherie di Marino Debertolis e Simone Scalet, le più esposte con le case circstanti al pericolo dell'acqua a causa della mancanza di argini.
I vigili del fuoco moltiplicavano i loro sforzi, le chiamate provenivano da tutti i paesi ma ormai il fronte dell'alluvione stava investendo ogni paese portandolo a vivere le sue ore più drammatiche, sempre più isolati.
Fiera e Siror seguivano l'ingrossarsi del Cismon ,Tonadico e Transacqua quello del Canali , Ormanico il rio Carpenze, e Pieve i rivi del Bedolè. Il pomeriggio trascorre fra notizie sempre più allarmanti, il telefono funziona, l'energia enettrica viene erogata.
Col calare della sera il telefono tace ed ognuno vive il suo dramma vicino agli argini dei torrenti nelle strade dei paesi gonfie d'acqua e nelle case ritenute sicure e con sempre maggiori preocupazioni.
Attorno alle ore 17 un forte vento di scirocco si abbatte sulla Valle, l'energia elettrica viene a mancare, la situazione precipita, un nubifragio, delle trombe d'aria si abbattono sulla destra orografica del Cismon mettendo in movimento le frane, gli smottamenti stroncando interi boschi di abeti, gonfindo di materiale gli alvei dei torrenti dei rivi.
Sulla strada per il Passo Cereda successe un finimondo,la strada scomparve ed il Cereda scaricò sassi, alberi e ghiaia verso la centrale elettrica di Castelpietra seppellendola assieme ad altre case . Una frana scesa dalle valli di Santa Caterina fece deviare il Cismon e un turbine pauroso fece sparire Villa Dramis e mirando e l'edificio della cassa malati, senza lasciarne traccia.
Il Canali erose gli argini nei punti già segnati dalla Brentana del settembre 1965 mettendo in pericolo le case poste sul lungocanali investendo l'albergo "Al Ponte" divorandone mezzo fabbricato.
A Siror una frana investe Nolesca.
5 Novembre 1973
Nella notte ignoti ladri fattisi rinchiudere nella chiesa della Madonna dell' Aiuto a Fiera perpetrarono un furto di notevole entità asportando al quadro le due corone d'oro con perle preziose, donato dal consigliere del governo di Innsbruck Baron Cristiani nel 1767 in occasione di una sua visita a Primiero, ed altri oggetti di notevole valore spogliando così la chiesa del suo tesoro.
La popolazione del Primiero ha sempre venerato in modo particolare questo quadro portandolo rare volte e in gravi momenti in solenni processioni.