29 Maggio 1987
Il regista francese Jean Jacques Annaud, apprezzato nell'ambiente pubblicitario per gli oltre 500 spots realizzati, e conosciuto in tutto il mondo grazie al successo ottenuto con "Il nome della rosa", film tratto dall'omonimo libro di Umberto Eco; inizia nella zona del lago di Calaita, le riprese de "L'orso". Un film-documentario che illustra, il più realmente possibile, le emozioni, i sentimenti, la lotta per la sopravvivenza, la vita vista attraverso gli occhi degli orsi.
La storia è ispirata a "Grizzly" un romanzo per ragazzi di James Oliver Curwood, nel quale sono narrate le vicende di cacciatori e orsi nella Columbia britannica, in Canada nel 1885, ma la vicenda viene capovolta da Annaud, che sintetizza così al produttore Berri: "Un orsacchiotto orfano.
Un grande orso solitario.
Due cacciatori nella foresta.
Il punto di vista degli animali." Annaud preparò la scenografia a Parigi, illustrando 1700 disegni di inquadrature.
Gli orsi piccoli e grandi vennero selezionati nello Utah e in California e il 18 maggio 1987 iniziarono le riprese nella zona di Misurina, termineranno il 25 settembre dello stesso anno, nella zona di Calaita, San Martino e Sagron Mis.
La troupe composta da 180 persone, 50 camion e 30 jeep più le 15 gabbie per orsi e una mensa da campo.
La realizzazione del film costò 25 milioni di dollari quasi 40 miliardi di lire, furono girati 300 km di pellicola, e fu necessario un anno per la realizzazione del montaggio per arrivare ai tremila metri finali.
Il film uscì nelle sale cinematografiche italiane nel mese di dicembre 1988. Le peripezie del piccolo e grande orso solitario, le splendide immagini e la realistica presentazione delle scene, hanno commosso e conquistato le platee di mezzo mondo.
Ed il consenso unanime del pubblico e della critica hanno attribuito al giovane regista Jean Jacques Annaud l'inconsueto merito di aver spostato la telecamera "dall'altra parte", e di raccontare una volta tanto, una storia dalla parte degli animali.