20 Settembre
Al centro dell'altopiano delle Pale, poco ad est del passo omonimo, sorge il rifugio Rosetta, a quota 2578 m., uno dei più antichi rifugi della Sat, la Società degli Alpinisti Tridentini.
Fu costruito nel 1890, su progetto dell'ingegner Annibale Apollonio, che fece realizzare una piccola costruzione in muratura, con un unico locale.
Nel 1897 il rifugio fu ampliato e migliorato.
Già in quegli anni venivano effettuate numerose ascensioni con partenza dal rifugio Rosetta, dalle prime guide alpine come Bettega, Zagonel, Tavernaro, Zecchini, e sempre maggiore era la frequentazione da parte degli alpinisti dell'altopiano.
La Sat inseguito a questo decise di costruire un edificio da adibire ad albergo, al passo della Rosetta.
Ma la Prima Guerra Mondiale impedì la realizzazione di quest'idea, inoltre un incendio distrusse, lasciando solo alcuni muri, il primo rifugio edificato nel 1897. Finita la guerra e abbandonata l'idea della costruzione di un albergo sulla Rosetta, fu ripristinato il precedente rifugio, con 12 posti letto.
Nel 1931, si effettuò un ulteriore ampliamento fino ad ottenere 40 posti letto, ma durante la Seconda Guerra Mondiale, per rappresaglia venne incendiato dalle truppe tedesche.
Nel 1952 fu nuovamente ricostruito e dedicato a Giovanni Pedrotti, ex presidente della Sat.
Nel 1957 venne costruita una funivia che dal Col Verde raggiunge il Passo Rosetta, quasi nel cuore delle Pale di San Martino.
Il Rosetta è punto di partenza per escursioni classiche e traversate: dal Cimone alla Fradusta, al Rifugio Canali.
In inverno è possibile compiere uno dei più interessanti percorsi sci-alpinistici delle Pale: la Traversata della Fradusta e la discesa in Val Canali.
20 Settembre 1829
Dopo l'alluvione del 1825, che aveva causato gravissimi danni nella zona del Vanoi, si era lavorato alacremente per la ricostruzione, tanto che nel 1823, le zone devastate si erano ricoperte di ottime macchie di ontani, e tutto faceva sperare che, almeno la chiesa di Canale avrebbe potuto essere salvata da ulteriori danni.
Invece il 20 settembre 1829 una nuova piena annullava i lavori eseguiti a monte, e la vecchia chiesa di San Bartolomeo, insieme alle opere costruite ai piedi della collina sulla quale essa sorgeva, restò sommersa dall'acqua del lago chiamato "Lago Nuovo" o "Lago di Caoria", formatosi in seguito al franamento del Rebrut, nel 1825, che aveva ostruito completamente il passaggio dell'acqua del Vanoi.
Le rovine delle alluvioni avevano cominciato a pesare sulla popolazione che, da questo momento in poi, fu costretta ad una emigrazione temporanea, prima limitata alle zone vicine, e poi a quelle più lontane.
Sembrò in un primo tempo che i lavori di arginazione dei torrenti e di difesa delle acque dovessero essere iniziati ben presto dalla provincia, ma, nonostante il vivo interessamento delle autorità locali, la speranza rimase allo stato di attesa.